Convento Santuario Parrocchia Madonna del Belvedere

Località Belvedere, 1
06012 Città di Castello (PG)

075 8558547

075 8552051

Il Convento

Parrocchia e santuario diocesano, fu affidato ai frati cappuccini negli anni ’90. I frati del covento prestano servizio presso la Parrocchia di Fraccano. Di seguito la statua di Padre Pio e il panorama visto dal giardino del convento.

Il Coro

Il coro é realizzato con legno di noce. Sono presenti lavorazioni di intaglio e di intarsio tutte fatte a mano e molto simboliche.  L’ Altare è costruito sul monogramma di : Ave Maria . Nei fianchi dello stesso sono intagliati dei rami di vite mentre nella parte frontale è stato raffigurato con la tecnica di intaglio l’agnello che rappresenta la sofferenza di Cristo, la passione e la resurrezione. Nella parte retro dell’altare appoggiato alla parete si trova il grande mobile sagrestia con al centro il tabernacolo ricavato nel corpo intarsiato del pellicano sormontato da una conchiglia intagliata e illuminata. Tutti gli sportelli laterali sono riquadrati con cornici e un intaglio centrale di spighe è stato ricavato scavando il legno. Alla destra dell’Altare sono presenie la sede del celebrante (con i braccioli intagliati e messo in evidenza il simbolo dei frati cappuccini) più 4 posti per i concelebranti . Frontalmente all’Altare è posizionato il coro a due ordini con una forma a “C” . È presente un ingresso centrale e due laterali. Una pedana è presente sotto ad esso. Al limite del coro dopo la porta di ingresso è stato realizzato un copri quadro elettrico che ingloba anche un termosifone. Negli sportelli sono presenti 4 tondi intarsiati con le figure della Vergine Maria, San Giuseppe, San Giovanni e l’Angelo Gabriele. Sovrastante il coro per tutto il perimetro della stanza si è realizzato un controsoffitto in noce massello a 42 cassettoni contornati da riquadrature ai 4 lati. Ad ogni spigolo si notano dei tondi simboleggianti l‘Ostia.

L’Arte e la Storia

Il convento, posto sulle alture che dividono Città di Castello dalle Marche, si affaccia sulla valle tiberina attraverso la chiesa (frutto di un’edificazione di fine ‘600) contraddistinta da una facciata curvilinea porticata nonché da due campanili laterali di forma cilindrica. Lo stesso tempio, a pianta centrale ed a cui si accede da una bussola lignea del 1883, è sovrabbondante di stucchi, comprensivi anche di sculture di santi e beati entro nicchie, coevi alla suddetta costruzione (realizzati da Antonio Milli). I peducci della cupola sono stati invece dipinti da Pietruccio Perugino, da Giuseppe Matteucci e da Mattia Battini. Come apparati mobili vanno a loro volta segnalate due pale collocate nei due unici altari laterali del tempio, una rappresentante il Martirio di S. Vincenzo (firmata e datata 1699 da Gian Ventura Borghesi), l’altra S. Francesco d’Assisi intercede per le anime del purgatorio (sempre del 1700 ca.) assegnata dalla critica locale ad un autore perugino senza però specificarne il nome. Fulcro della chiesa, infine, è la statua quattro-cinquecentesca in terracotta policroma della Madonna del Belvedere inserita entro l’altare maggiore. Nella chiesa si possono vedere gli ex voto.

Il Santuario della Madonna di Belvedere fu edificato negli anni 1668-1684 per ospitare l’antica statua della Vergine venerata nella Chiesa di S. Maria di Caprano. Nel 1665, come narra monsignor Muzi nelle “Memorie Ecclesiastiche di Città di Castello”: «accaddero tali e tanti prodigj per mezzo di questa sagra Imagine, che il di lei culto e venerazione si destò anche nei paesi remoti». I fatti di Caprano si diffusero nelle regioni vicine delle Marche, della Romagna, della Toscana e pellegrini arrivavano da Perugia, Roma e persino da Pavia e dal Regno di Napoli. L’allora vescovo di Città di Castello, Francesco Boccapaduli, dopo una prima fase di prudente indagine su tali fatti, approvò la costruzione di un Santuario, sul colle di Belvedere, degno di albergare la miracolosa immagine di S. Maria di Caprano. Il disegno fu attuato dall’architetto tifernate Antonio Gabrielli, lo stesso che progettò il Teatro degli Illuminati, e dal suo allievo Nicola Barbioni. L’entusiasmo e la fede soprattutto dei Castellani, ma anche dei molti pellegrini, fecero affluire tante offerte che in breve tempo nel 1684 si poté completare la costruzione iniziata nel 1669. Il Capitolo Vaticano nel 1703 decise di ornare con una corona d’oro le statue della Madonna e del Bambino Gesù. Narrano le fonti che la sera del 10 novembre 1703, insieme all’Abate e ai cappellani del Santuario, trasportarono l’Immagine dal Belvedere alla Cattedrale, per la sua incoronazione, tutti i frati cappuccini della zona: i frati cappuccini dei conventi di Citerna, di Montone, di Borgo e dei due conventi di città di Castello. Verso la fine del Settecento il Santuario visse momenti difficili con il terremoto del 1789, che provocò la caduta della cupola, e con il passaggio, nel 1798, dei soldati francesi, che misero a soqquadro tutto, rubando le due corone d’oro, gli ex voto «per grazia ricevuta» ed altri oggetti preziosi. Passata la tempesta, nella prima metà dell’800, due grandi Vescovi, monsignor Mondelli e monsignor Muzi, si prodigarono per la ricostruzione del Santuario. Nel 1996, fu affidato dal Vescovo Tomaso Pellegrino Ronchi ai cappuccini della Provincia umbra. Nel 1997 è stata ristrutturata la canonica, poi, durante gli anni 2003-2007, sono stati portati a compimento i lavori di restauro dell’intero complesso monumentale.