Via Lungonera Savoia, 36/B
05100 Terni (TR)

0744 285891

La Storia

A Terni si cominciò a costruire il primo convento, detto La Romita, nel 1548. Ultimati i lavori i cappuccini vi si insediarono nell’ottobre del 1549. Poiché però la Romita era distante circa tre miglia dalla città, per il bisogno dei frati infermi e dei religiosi di passaggio verso Roma, nel 1584 i cappuccini chiesero alla Comunità che gli venisse concesso l’antica chiesa di S. Martino con i suoi annessi. I frati finirono di costruire ed abitarono San Martino nel 1587. La chiesa fu consacrata nel 1648 dal cardinale Angelo Rapaccioli. S. Martino fu il primo lanificio provinciale, poi sostituito dalla Romita per la sua vicinanza ai canali d’acqua derivanti dal fiume Nera. Durante la peste del 1656-1657, che desolò la città di Terni, i cappuccini offersero subito il loro soccorso e due di essi, fra Giuseppe da Portaria e fra Antonio da Piediluco, morirono vittime di carità nel servizio agli infermi nel lazzaretto di S. Francesco. Nel 1802 fu lasciata La Romita. Nel 1866 anche S. Martino, in forza delle leggi di soppressione italiane, fu abbandonato. Molti vescovi nel corso degli anni seguenti sollecitarono il ritorno in città dei cappuccini. Riuscì finalmente a farli tornare nel 1926 monsignor Cesare Boccoleri. Inizialmente si stabilirono nella casa della Congregazione di S. Giuseppe officiandone la chiesa, contemporaneamente ottennero la Cappellina dell’Ospedale e quella della Madonna del Carmine presso i giardini pubblici. Dopo qualche anno vedendo che la casa di S. Giuseppe non era adatta per una famiglia religiosa, chiesero e ottennero, nel 1932, un terreno a Città Giardino, dove fabbricarono, con l’aiuto dei fedeli, la chiesa dedicata al “Sacro Cuore Eucaristico di Gesù”.

Arte

La costruzione novecentesca del convento nel nascituro quartiere urbano di “Città Giardino”, come è ad esempio avvenuto per l’insediamento perugino di S. Antonio da Padova, ha tra le altre cose comportato l’adeguamento alle necessità funzionali di una parrocchia cittadina che si andava caratterizzando per un alto numero di fedeli. Da ciò deriva l’edificazione di una chiesa di grandi dimensioni che, disposta su tre navate, è stata abbellita con opere fisse – tra cui emerge un mosaico di S. Giuseppe di Leonessa che protegge i diseredati (dello “Studio mosaici Monticelli” di Roma) – la cui realizzazione è avvenuta soprattutto tra il 1954 ed il 1962 puntando essenzialmente sulla decorazione degli altari laterali. Al 1990, esplicato nella tecnica tipica dell’artista a pittura graffita (così come avviene ad Amelia e a Perugia-S. Antonio da Padova) ma anche a mosaico, si pone invece l’intervento di fra Ugolino da Belluno:

– nell’abside (Cristo pantocratore e scene varie),

– nella cripta (Gesù Cristo Crocifisso)

– nel portico d’ingresso (Cantico delle creature e costellazioni).