Era già una data a noi particolarmente cara quella del 3 luglio, ricordo del giorno in cui la Chiesa, tramite le mani del Pontefice Clemente VII, ha riconosciuto la nostra riforma nel 1528 presso il palazzo papale di Viterbo.

Nel 2020 ha significato ulteriormente la nascita della nostra nuova Provincia, che ha inglobato in sé la ricchezza di tre realtà che hanno segnato indelebilmente la storia del nostro Ordine, e che ora percorre un nuovo cammino nell’oggi della storia e della Chiesa cui é inserita.

Tale data rimane per noi l’inizio di un nuovo “tempo forte” in cui siamo tutti immersi.

La presenza dei primi Frati Cappuccini nelle Province degli Abruzzi, Romana e dell’Umbria è quasi simultanea e a pochi anni dal riconoscimento dell’Ordine.

Vediamo nello specifico, come ciò avviene nelle singole zone.

La Riforma cappuccina si diffuse molto presto nella regione degli Abruzzi, anche per la prossimità geografica con le Marche e con Roma dove questi erano presenti già nel 1529.
Alla Provincia religiosa dei Frati Minori Cappuccini nell’Abruzzo vanno riconosciuti storicamente due inizi: l’uno di fatto con la fondazione del loro primo convento nel 1540, l’altro di diritto o giuridico con l’erezione canonica della stessa provincia nel 1575.
Il primo convento fu fondato a L’Aquila, in località Torretta.

Fondatore del primo convento aquilano, intitolato a San Giuseppe sposo di Maria Vergine, fu padre Matteo Silvestri da Leonessa, il quale in tal senso è ritenuto anche iniziatore della Provincia.

L’inizio di diritto della medesima avvenne, invece, nel 1575 con padre Lorenzo Bellarmino da Montepulciano, inviato dal Ministro generale, padre Girolamo da Montefiore, come suo commissario «negli Abruzzi» per erigervi canonicamente la nuova provincia religiosa già ben impiantata.

Dopo il primo convento sorto a L’Aquila, infatti, altri ne erano stati fondati: a Tagliacozzo (1555), a Cicoli (1560), a Celano (1570), ad Avezzano (1570), ad Atri (1570), a Teramo (1573), a Penne e a Lanciano (entrambi nel 1575).

La nuova Provincia cappuccina fu intitolata a San Bernardino da Siena che morì a L’Aquila nel 1444.

Nell’anno 1600 i Frati Cappuccini in Abruzzo toccavano già il numero di 500.

Con i frati, naturalmente, era aumentato anche il numero dei conventi, che alla morte del padre Lorenzo (7 marzo 1601) erano saliti a 25.

Nel corso del Seicento saranno aperti altri 8 conventi.

L’inchiesta ordinata da Innocenzo X nel 1649 ed effettuata nel 1650, con la conseguente chiusura dei conventini, pare toccasse quello aquilano di San Giuseppe, risparmiato poi per grazia del papa Clemente X, con decreto del 1674.
Sotto il profilo numerico, invece, assai disastrosa fu la pestilenza del 1656-57, quando morirono nel servizio agli appestati circa 50 frati; ma in pari tempo va notato l’impressionante incremento quantitativo dei religiosi nei secoli XVII-XVIII e fino a metà Ottocento prima della soppressione.
Le leggi eversive del Regno d’Italia applicate in Abruzzo nel 1866 causarono anche in questa Provincia dei Cappuccini una lacerazione larga e profonda, che si rimarginerà progressivamente nell’ultimo ventennio del sec. XIX e nei primi del XX, fino alla Grande guerra, che, anche in Abruzzo, spogliò i conventi dei giovani frati.

I Cappuccini d’Abruzzo appena pochi anni dopo la soppressione tornano ad abitare alcuni dei loro precedenti conventi, mentre ne lasciano altri in modo definitivo.

In qualche caso riscattano conventi di altri istituti religiosi rimasti abbandonati, come avvenne a L’Aquila con l’antico diruto monastero delle clarisse, detto di Santa Chiara d’Acquili, che diventerà sede della Curia provinciale.

La Provincia Cappuccina degli Abruzzi , al momento dell’unificazione, è composta da circa 60 frati, presenti in 12 fraternità nel territorio della Regione Abruzzo:

L’Aquila (Curia Provinciale e Convento S. Chiara), Penne, Guardiagrele, Vasto Marina, Vasto Incoronata, Pescara, Giulianova, Leonessa, Sulmona, Avezzano (Santuario Madonna del Silenzio), Chieti, Manoppello (Santuario Volto Santo).

Fuori Regione vi è una fraternità a Leonessa (RI).

Benché i Cappuccini si fossero stabiliti a Roma già nel 1529, presso la chiesetta di S. Maria dei Miracoli, l’erezione della Provincia risale al Capitolo Generale del 1535-1536 in cui furono istituite le prime dodici province dell’Ordine.
Una peculiarità della Provincia Romana è costituita dal fatto che, sino al 1890, nell’Urbe vi fu un unico convento in cui convissero sia la Curia provinciale che quella Generale.

Tra il 1558 ed il 1571 la Provincia Romana comprendeva anche alcuni conventi nel territorio dell’Abruzzo.

Dal 1930 al 1946 le fu affidata la cura del Commissariato di Sardegna.

 

La seguente é la situazione al momento dell’unificazione.
La Biblioteca provinciale ha sede a Viterbo, sede del Postnoviziato interprovinciale del Centro Italia.

L’Infermeria provinciale si trova a Roma, nel Convento di San Felice da Cantalice a Centocelle.

L’Archivio storico della Provincia si trova presso il Convento della Ss. Concezione in Via Veneto a Roma.
I conventi sono 13 nelle seguenti località:

Alatri, Civitavecchia, Latina, Montefiascone, Monterotondo, Orvieto, Rieti, Roma S. Felice, Roma S. Lorenzo, Roma Via Veneto, Terracina, Velletri, Viterbo.

Inoltre ha un convento fuori regione, quello di Orvieto (Provincia civile di Terni e Diocesi di Orvieto-Todi).

Nel territorio della Provincia insiste anche la prima Fraternità interobbedienziale sorta in Italia e precisamente nella Diocesi di Rieti.

I Frati ivi residenti sono stati inviati dai rispettivi Ministri provinciali, dell’Umbria per i Cappuccini, di Lazio e Abruzzo per i Minori, del Centro Italia per i Conventuali.

Oltre ad una Convenzione tra i predetti Ministri, vi è anche una Convenzione con la Diocesi.

I religiosi sono 62.

 

Attività particolari lungo i secoli.

I Frati Cappuccini Romani si distinsero con il loro servizio attivo e caritativo durante le pestilenze e le epidemie, che attraversarono, nel corso dei secoli, lo Stato Pontificio.
Papa Innocenzo XI, nel 1684, affidò loro la cura della Darsena di Civitavecchia, che comportava l’assistenza agli infermi del locale ospedale, l’assistenza dei prigionieri e dei rematori (quasi tutti galeotti).

 

Da notare inoltre la partecipazione alle spedizioni militari, servizio che si prolungò sino agli anni trenta del XIX secolo.

Riguardo a quest’ultimo tipo di servizio, durante i due conflitti mondiali numerosi religiosi furono arruolati, molti in qualità di cappellani militari o della Croce Rossa.

In cura ai Cappuccini anche altre attività formative, pastorali e assistenziali, come il servizio presso la Scuola Media “S. Francesco d’Assisi” legalmente riconosciuta (Velletri 1969-1996) e la costante opera nelle Cappellanie ospedaliere, particolarmente a Roma, ove, nella prima metà del 1900 i Cappuccini assicuravano circa 15 presenze.
Non meno significativo sarà il servizio di Cappellani del lavoro, presenza che ha il suo inizio nel 1950 e che li vedrà impegnati in diversi ambiti (cantieri, servizio ferroviario e del trasporto pubblico, la televisione).
A partire poi dal 1953, all’Ente Maremma vengono assegnati alcuni cappellani “volanti”, chiamati cioè a raggiungere le famiglie sparse per le zone bonificate dall’Ente in questione.

Nel 1955 (sino al 1967) a Civitavecchia viene aperto, su richiesta della POA (Pontificia Opera di Assistenza), un “centro missionario” in aiuto alle diverse realtà parrocchiali per raggiungere le persone più lontane dalla fede, soprattutto nelle campagne e negli ambienti poveri e disagiati.

Infine, da non tralasciare la riconversione di alcune sedi conventuali: come il Convento di Bracciano, con fabbricato e terreno annesso, concesso in comodato all’associazione “Un cuor solo e un’anima sola” (Cucuas) in data 15 dicembre 1988, a servizio del mondo dei disabili; comodato poi rescisso nel 2015.

Il predetto convento, assieme a quello di Montefiascone, divennero centri di accoglienza per diversi gruppi di profughi.

Rimarchevole poi, la presenza tra i terremotati di Amatrice in collaborazione con l’impegno assunto dalla CIMPCap.

Il Convento di S. Valentino di Foligno è il sito che generalmente viene riconosciuto come il primo insediamento cappuccino in Umbria (1530).

Nell’arco di cinque anni, dal 1530 al 1535, furono poi fondati altri otto conventi.
Nel Capitolo generale di Roma – S. Eufemia del 1535-1536, la Provincia dell’Umbria è una delle prime dodici province canonicamente erette.

Il primo Vicario provinciale fu p. Eusebio d’Ancona.

Dal 1550 la diffusione dei cappuccini in Umbria aumenta considerevolmente.

All’inizio del Seicento la Provincia raggiunge la sua massima espansione, con 42 conventi dislocati in tutte e tredici le diocesi umbre (20 nelle città episcopali e 22 nei borghi) e territorialmente suddivisi nelle cinque custodie provinciali di Assisi, Perugia, Todi, Spoleto e Norcia.

Fino alla seconda metà del XX secolo Perugia, Foligno e Spoleto furono i principali Studi teologici della Provincia.

Perugia fu anche sede di uno Studio generale dal 1584 al 1617.

Nel 1643, prima delle “crisi” degli anni 1650-1656 (carestia, peste, inchiesta innocenziana) la Provincia raggiunse la massima presenza di 552 frati.

 

Questa la situazione al momento dell’unificazione.
I conventi della Provincia sono 10:

Assisi (Immacolata Concezione), sede della Curia e dello Studentato interprovinciale del Centro Italia; Gualdo Tadino; Città di Castello; Montemalbe; Perugia-Villaggio di S. Francesco e Perugia-S. Antonio di Padova; Spello; Spoleto; Terni. Visso (S. Girolamo) che attualmente è inagibile a causa del terremoto del 2016.
Foligno-S. Francesco al Monte e Assisi Domus Laetitiae sono attualmente strutture ricettive.

Il Rifugio francescano di Perugia è casa di accoglienza assistenziale-caritativa.

La Provincia è composta da 61 frati.

La collaborazione interprovinciale e il cammino verso l’unificazione

Nell’ottobre del 2013, durante l’intervento fatto nel corso della 129a Assemblea della CIMPCap1, il RR. Ministro generale fr. Mauro Jöhri indicò alcune possibili ridefinizioni territoriali nell’ambito della Conferenza Italiana e, tra queste, vi era anche quella dell’unificazione delle tre Province.

Durante la Visita pastorale compiuta alle tre Circoscrizioni dal Consigliere generale dell’area italiana fr. Raffaele Della Torre negli anni 2014-2015 emerse la possibilità concreta di dar seguito alla proposta del Ministro generale, formalizzata nella Lettera circolare a conclusione delle visite.
Fr. Mauro Jöhri procedette, dunque, ad incontrare i tre Consigli provinciali il 25 gennaio 2017 , onde poter decretare ufficialmente l’inizio del cammino di unificazione in vista dell’erezione di una nuova circoscrizione.
Per facilitare ulteriormente il cammino intrapreso, infine, fr. Mauro Jöhri stabilì di prolungare i trienni, onde evitare che la celebrazione dei Capitoli provinciali ad un anno dalla nascita della nuova realtà potesse costituire un rallentamento del cammino.

Alcune forme di collaborazione tra le tre Province già esistevano:

la collaborazione nella formazione iniziale, la condivisione di personale, il notiziario comune (da gennaio 2017), il calendario liturgico delle Province del Centro Italia.

Dopo le indicazioni ricevute dal Ministro generale vi sono stati numerosi incontri tra i Ministri provinciali ed anche, in più di un’occasione, con i rispettivi Consigli (6-7 settembre e 10 ottobre 2017; 9 giugno 2018; 10 dicembre 2019; 18 dicembre 2019 con il Ministro generale ed il Consigliere generale).

A seguito degli incontri dei primi due anni è maturato un percorso di iniziative, che, di seguito, presentiamo.

Formazione permanente congiunta

Già da dicembre 2016 sono iniziati gli incontri di formazione permanente comuni: in concreto tre incontri annuali svolti, di volta in volta, in ognuna delle tre Province con una buona partecipazione dei frati.

Per gli incontri è stato elaborato un apposito percorso quadriennale che ha come filo rosso quattro temi presenti nella Evangelii Gaudium.

Dal 2018 sono cominciati anche gli Esercizi spirituali non solo condivisi, come negli anni precedenti, con le altre Province del Centro Italia, ma con un corso unico proposto specificatamente alle tre Province e a cui hanno partecipato i tre Consigli provinciali quasi al completo.

Sia nel 2018 che nel 2019 il percorso formativo è stato concluso da un’Assemblea interprovinciale nel mese di giugno.

Commissioni interprovinciali

Con Lettera congiunta del 4 ottobre 2017 sono state istituite cinque commissioni, guidate ciascuna da un Consigliere provinciale, che avevano come compito, da un lato, di offrire indicazioni in merito all’argomento affrontato, dall’altro di facilitare l’incontro e la reciproca conoscenza tra i frati delle tre Province.

a) Commissione Formazione e PGV
Responsabile: fr. Marco Gaballo (Pr. Romana)
Tale commissione aveva il compito di valutare la formazione delle tre Province; formulare proposte in merito alle presenze attuali o nuove sul territorio; aiutare le fraternità locali a vivere una fedeltà creativa al nostro carisma; realizzare attività comuni di PGV e di animazione vocazionale

b) Commissione Segretari, Archivisti, Bibliotecari e Responsabili dei Beni Culturali
Responsabile: fr. Daniele Giglio (Pr. Umbria)
Commissione istituita per la mappatura del patrimonio culturale (archivi, biblioteche, ecc.) e la loro gestione in collaborazione, e altre questioni inerenti la nuova provincia: luogo della nuova Curia Provinciale, i Santi Patroni, il sigillo, il nome della nuova Provincia, il necrologio….

c) Commissione Economica
Responsabile: fr. Enrico D’Artibale (Pr. Romana)
Commissione istituita per la conoscenza della realtà economica ed amministrativa dei singoli Enti e della futura Provincia e la proposta dei passi necessari da compiersi prima dell’unificazione, oltre all’analisi di come gestire in maniera comune il patrimonio.

d) Commissione OFS – GiFra
Responsabile: fr. Franco Ritirossi (Pr. Romana)
Commissione istituita per tutta la realtà dei Francescani secolari delle tre provincie: mappatura presenze OFS – GiFra, problematiche dell’assistenza, confronto con i rispettivi Consigli regionali OFS – GiFra, ed elaborazione di proposte concrete di animazione e promozione di queste due realtà.

e) Commissione pastorale (parrocchie, santuari, ospedali, missioni)
Responsabile: fr. Simone Calvarese (Pr. Abruzzo)
Tale commissione aveva il compito di realizzare una mappatura delle realtà presenti. Ipotizzare proposte per il futuro: su quali realtà investire? Riflettere sulla Missio ad gentes: la realtà attuale delle tre Province; proposte di animazione missionaria comune; la Custodia di Amazonas e Roraima.

Il lavoro delle Commissioni è stato molto fruttuoso, soprattutto per quanto concerne la reciproca conoscenza.

Certo, alcuni confratelli hanno partecipato a più di un gruppo di lavoro, il che ci illumina concretamente sulle nostre reali forze.

Questa prima fase del cammino si è conclusa con la prima Assemblea interprovinciale celebrata a Foligno il 14 giugno 2018.

Alla presentazione delle relazioni ha fatto seguito un dibattito pacato, ove sono emersi i consueti inevitabili timori che il cammino di unificazione abitualmente suscita in una parte dei frati coinvolti.

Quel che è sicuro è che tutti ormai esprimono la convinzione della necessità di portare a termine il percorso iniziato.

Atteso tutto ciò:

Il Ministro generale, sentiti i Ministri e i Consigli provinciali interessati, ha stabilito per il 3 luglio 2020 l’unione per incorporazione alla Provincia degli Abruzzi dei Frati Minori Cappuccini (incorporante) delle Provincie Romana e dell’Umbria dei Frati Minori Cappuccini (incorporande) e al successivo mutamento del nome della Provincia degli Abruzzi dei Frati Minori Cappuccini in «Provincia Serafica Immacolata Concezione dei Frati Minori Cappuccini».

Luogo della lettura del Decreto e delle relative celebrazioni é stato il convento dei Frati Minori Cappuccini di Foligno (PG)