
Fr. Francesco da Precetto
Venerabile
Α: 27 febbraio del 1564
Ω: 6 Gennaio 1645
La vita
Bernardino, il suo nome di battesimo, nacque a Precetto (piccola borgata nei pressi di Ferentillo in provincia di Terni) il 27 febbraio del 1564 da Domenico Angelo e Margherita Romanelli.
All’età di 25 anni entrò nel noviziato dei frati cappuccini di Amelia.
Vesti l’abito serafico il 4 maggio del 1589 per le mani di padre Felice da Nocera.
Fu ordinato sacerdote in Assisi il 28 settembre del 1595 da monsignor Marcello Crescenzi.
Dopo l’ordinazione sacerdotale attese alla predicazione spostandosi da un paese all’altro della sua nativa Umbria, accompagnando la parola con l’esempio della sua vita penitente.
La fama della sua santità fu accreditata da numerosi miracoli volti al bene soprattutto dei più poveri.
Si ricordano in particolare il miracolo della trasmutazione delle pietre in pane durante una carestia; della guarigione delle fratture di una giovane caduta da un albero; del raccolto di grano raddoppiato per una povera vedova; di come fece sgorgare acqua fresca da un sasso per dissetare un viandante; dell’attraversamento del lago di Piediluco sul suo mantello, usato come una zattera, grazie all’intercessione del Signore.
Tanti altri miracoli sono riportati nella documentazione allegata alla causa di canonizzazione conservata nell’archivio arcivescovile di Spoleto.
Il più straordinario fu quello di aver richiamato in vita, per alcuni minuti, padre Giovanni Battista da Precetto.
Costui era morto improvvisamente senza sacramenti e solo dopo aver ricevuto il viatico si addormentò finalmente nella pace del Signore.
Francesco Romanelli morì a Ferentillo nel convento dei cappuccini di Santa Illuminata il 6 Gennaio 1645.
Il suo corpo fu sepolto dapprima nella chiesa conventuale sotto il pulpito a destra di chi vi entra, poi nella cappella del Santissimo Crocifisso e il suo cuore fu collocato dentro una cassettina.
Su Francesco da Precetto fu aperta più volte la causa di beatificazione.
Il processo ordinario informativo venne iniziato già nel XVII secolo: dal 12 giugno 1688 al 2 giugno 1690.
Ma inspiegabilmente tutto restò fermo per due secoli.
Nel 1890 fu fatta la ricognizione del corpo e le sue spoglie furono traslate dalla chiesa di Santa Illuminata nella chiesa di Santo Stefano, a Precetto, alla destra dell’altare maggiore, sotto la prima colonna.
Il processo fu riaperto nuovamente per un’ultima volta nel 1913.
Ma, parrebbe che Dio abbia voluto rispettare la volontà di padre Francesco da Precetto che sul letto di morte confidò a padre Filippo da Spoleto di aver «dimandato a Sua Divina Maestà, che nessuno né di frati né di secolari, né altre persone, gli avessero d’avere devozione».
Il 24 febbraio 2020 è stata eseguita la ricognizione delle spoglie del venerabile Francesco Romanelli da Precetto.
Le reliquie, dopo accurata ispezione, sono state catalogate e rimesse in una nuova urna, chiusa con sigillo dell’Arcidiocesi di Spoleto e della Provincia dell’Umbria dei Frati Minori Cappuccini.
L’urna è esposta ai fedeli nella chiesa di Santo Stefano in Precetto.