Il Progetto “Adotta un formando” di Frate Indovino
Oggi, grazie a Dio, da strade diverse, giungono a Manaus (capitale del grande grande Stato di Amazonas) tanti ragazzi che vogliono vestire l’abito cappuccino.
In questi giovani la fede è già forte, ma ha bisogno di crescere e rafforzarsi perché possano veramente offrire la propria vita, rinunciando ai propri affetti, ai servizio degli altri e della Chiesa, nell’Ordine dei Frati Minori Cappuccini.
Il convento di Manaus che li ospita, si sostiene grazie alla carità dei fedeli, e seppure questi giovani si accontentino di vivere con poco, è comunque necessario un po’ di aiuto in più.
Hanno bìsogno in partitolare di testi per lo studio e per la formazione poiché la Chiesa missionaria germoglia grazie ai suoi sacerdoti, ai suoi “figli”, che hanno scelto di consacrarsi a Dio.
Il futuro dell’Amazzonia dipenderà anche dalla loro formazione umana e teologica!
Aiutaci anche tu, adottando simbolicamente con un’offerta un giovane formando, per essere protagonista della nostra Missione!
I Cappuccini a Manaus
Manaus è il luogo in cui arrivarono i primi 4 missionari e dove ha inizio la missione dei Cappuccini umbri nel 1909.
Capitale dello Stato, è situata sul lato sinistro del Rio Negro a pochi chilometri dalla sua confluenza nell’Amazzoni, a 1785 km dall’Oceano Atlantico.
Il nome deriva dagli indios Manao che abitavano nella zona.
Ha origine da un forte, costruito dai portoghesi nel 1669, per bloccare eventuali sorprese spagnole dal nord, lungo il Rio Negro.
Quando vi giungono i nostri nel 1909 è già una città di varie decine di migliaia di abitanti, con un certo benessere e adeguato decoro urbanistico, essendo capitale dello Stato e centro internazionale del commercio della gomma.
I cappuccini celebrano nella chiesa di São Sebastião, nel cuore della vecchia città.
São Sebastião fu costruita in legno nel 1859.
Divenuta inservibile nel 1870, fu demolita e ricostruita in muratura da p. Gesualdo Marchetti, Prefetto apostolico delle Missioni dei Francescani Italiani che allora lavoravano in quelle zone amazzoniche, ed è parrocchia dal 1912.
Pur essendo destinati all’Alto Solimões, i frati conservano tale residenza come punto di appoggio alla missione e luogo di ristoro per i missionari stanchi o malati.
Il cuore della loro attività resta la chiesa di São Sebastião, posta al centro della città, nella piazza omonima, proprio davanti al monumento ai Cinque Continenti, inaugurato quando il Rio Mar fu aperto alla navigazione internazionale (1868), su base pentagonale, raffigurante le cinque parti del mondo, si alza un’amazzone che guarda verso la foce lontana, reggendo nella mano destra una fiaccola con la fiamma al vento.
Il monumento ha visto migliaia di uomini arrivare e fuggire, testimone di sopite speranze e di atroci delusioni, ma non ha mai visto un cappuccino ritirarsi.
Alla sua ombra ne sono morti dieci – e alcuni in concetto di santità, come p. Domenico da Gualdo Tadino e p. Giuseppe da Leonessa – ma nessuno ha mai detto no a un lavoro che non ha perso molto delle difficoltà degli inizi.
Notizie Storiche
Giunti a Manaus il 26 Luglio 1909, i primi 4 missionari, P. Domenico Anderlini da Gualdo Tadino, P. Ermenegildo Ponti da Foligno, P. Agatangelo Mirti da Spoleto, Fra Martino Galletta da Ceglie Messapico, furono ospiti del vescovo Mons. Federico Benicio e si insediano presso la chiesa di São Sebastião.
Inizialmente ai Cappuccini umbri era stata affidata, non la zona dell’Alto Solimoes, ma la zona del Rio Negro.
Il 30 dicembre 1909 la Curia Diocesana di Manaus comunicò l’erezione della Prefettura del Rio Negro affidata ai Cappuccini umbri.
Pochi giorni dopo, però, la stessa Curia notificò che il Decreto era stato ritirato per correzioni.
Così riporta il libro I Cappuccini Umbri in Amazzonia, Assisi 1985:
“Il 23 maggio 1910, con decreto della Sacra Congregazione Concistoriale, venivano erette due nuove Prefetture: quella di Teffè, affidata alla Congregazione dello Spirito Santo, e quella del Solimões Superioris affidata ai Cappuccini umbri. La Prefettura del Rio Negro, dopo che ben 4 Istituti Religiosi avevano ricusato di lavorarvi, andò ai Salesiani nel 1914.”
Perché questo cambiamento dal Rio Negro al Solimões?
Due furono le ragioni fondamentali e che giocarono in sinergia.
1) I missionari umbri quando arrivarono trovarono una situazione molto confusa e difficile.
Il Vescovo di Manaus era in aspra lite con il suo Vicario e parte del clero.
Le notizie sul Rio Negro erano quantomeno scoraggianti: territorio difficilissimo, insalubre, senza risorse economiche, pastoralmente impermeabile…
Occorrevano molti mezzi e personale, cose che i Cappuccini umbri non avevano.
Le autorità politiche non collaboravano.
Tutte queste notizie, ampliate e rese ancor più sinistre dalle difficoltà di comunicazione, arrivarono al Provinciale P. Giulio il quale, allarmato e angosciato al pensiero di aver mandato i suoi frati allo sbaraglio (se non al massacro), si adoperò a Roma per far modificare il Decreto.
2) I Cappuccini milanesi, già presenti negli stati del Maranhão e del Parà, erano presenti anche a Manaus fin dal 1906, interessandosi al Rio Negro, ma soprattutto all’Alto Solimões e al Javary.
Quando dall’Italia arrivò la decisione di un ridimensionamento, si delineò la necessità di lasciare Manaus e l’Alto Solimões.
Per condurre in porto questa operazione con una certa strategia e in modo indolore, si offrì la presenza “provvidenziale” dei Cappuccini umbri che potevano sostituire, senza dare nell’occhio, i confratelli milanesi proprio nell’Alto Solimões dove più si erano impegnati.
Tale era lo stato delle cose quando giunse la Visita di P. Camillo da Albino, Provinciale dei Cappuccini milanesi e Visitatore Generale per il nord e nord-est del Brasile (novembre-dicembre 1909 – gennaio 1910).
Di ritorno dal Brasile e constatato che la questione non era ancora definita, il P. Camillo scrisse una dettagliata lettera (24/3/1910) a Mons. Scapinelli della Segretaria di Stato Vaticana, dove caldeggiava l’affidamento dell’Alto Solimões ai Cappuccini Umbri.
Con tutto quello che bolliva in pentola la lettera ottenne sicuramente il suo effetto, perché il 23 maggio 1910 usciva il Decreto di erezione della Prefettura dell’Alto Solimões, affidata ai Cappuccini dell’Umbria”.
I Cappuccini umbri si misero subito al lavoro, spingendosi anche all’interno, fino al Javary, cioè sino ai confini con il Perù, essendo così tra i primi a sollevare ed assistere i raccoglitori di gomma sfiniti dal lavoro e dalla miseria.
L’ambiente incise profondamente sulla loro salute e reclamò subito le prime vittime.
Nel 1912 Mons. Federico Benicio de Souza Costa creò la parrocchia San Sebastiano in Manaus sotto la cura pastorale dei Cappuccini, in seguito trasformata in un tempio-santuario tra i più belli e suntuosi di Manaus.
Padre Giuseppe da Leonessa diventò il primo parroco e resse la parrocchia per 33 anni (1912-1945).
Arrivati rinforzi dall’Italia, i frati iniziarono un’intensa attività apostolica e promozionale aprendo scuole (la prima scuola serale gratuita risale al 1918), giardini d’infanzia, chiese (consegnate poi tutte al vescovo), un piccolo seminario, la “Casa N.S. Da Providencia”, con le opere parrocchiali e una scuola di economia domestica.
Successivamente, col dilatarsi della città, costruiscono il Santuario di Nossa Senhora de Fatima, donato ai Pallottini americani nel 1974, e le chiese di Nossa Senhora de Nazareth e S. José em Campo Sales, ambedue affidate gratuitamente ai missionari del PIME, negli anni cinquanta.
Si costruiscono, poi, altri edifici per le attività parrocchiali, due Seminari per teologi e filosofi, opere sociali, giardino d’infanzia ed asilo.
Il 1970 segnò anche un avvenimento di notevole peso istituzionale: la Custodia dell’Alto Solimões, cioè la “porzione” di Ordine Cappuccino presente a Manaus e nella Prelazia, divenne Vice-Provincia, governata da un Vice-Provinciale quale Vicario del Superiore della Provincia madre.
Fu un bel passo verso l’autonomia e l’autodeterminazione.
Così nel 1971 si poté celebrare il primo Capitolo della Vice-Provincia.
Da quel momento in poi le due entità, quella ecclesiastica e quella “religiosa”, la Prelatura e la Vice-Provincia, cominceranno a distinguersi sempre di più e a percorrere, senza separarsi, ciascuna il proprio cammino.
Verrà stipulata anche un’apposita «convenzione» (1974), che sarà rinnovata una ventina di anni dopo.
Nel 1972 viene aperto il Seminario Serafico dos Capuchinos dos Amazons adiacente alla parrocchia di São Sebastião.
Ne é il direttore p. Fulgenzio Monacelli da Grello.
ed è acquistato un terreno dove si costruisce una casa per ritiri spirituali.
Sempre dagli anni ’80 comincia l’attività pastorale nel quartiere di Japiinlandia e dagli anni ’90 nell’Area Missionaria Jorge Teixeira, poi Cidade de Deus ed, ultimamente, nella XXIII de Setembro.
Nel 1986 la Vice Provincia acquista una casa nel quartiere generale Petropoli che adatta come sede del “Seminário Seráfico do Amazonas”.
Il post noviziato filosofico e teologico è trasferito dal Convento San Sebastiano al quartiere Ininga nel 1994.
Nel 2000 si conclude la costruzione del Post-Noviziato e Studentato nel quartiere Ininga.
Nel 2000 viene anche inaugurato a Manaus il nuovo convento dedicato a padre Francesco Arce da Lábrea, prima vocazione autoctona della missione.
Nel 2005 viene inaugurata la Casa di accoglienza “Frei Mario Monacelli” , una casa di appoggio per malati adulti che presentano i primi sintomi di AIDS, provenienti da varie parti dell’Amazzonia.
Può accogliere circa 30 persone.
La Casa di accoglienza offre loro alloggio, pasti caldi, sostegno psicologico, assistenza religiosa, attività ricreative, favorendo il miglioramento del loro stato psico-fisico.
Gli ospiti possono rimanere, secondo le esigenze, da un minimo di 15 giorni ad un massimo di tre mesi, in base al metodo di cura assegnato dai medici e valutato di volta in volta.
Il 25 marzo 2006 arrivano dal Messico e dalle Filippine le prime Suore Clarisse Cappuccine Sacramentarie per fondare il monastero delle contemplative a Manaus.
Il 5 luglio 2006 iniziano i lavori di costruzione del monastero per le sorelle Clarisse nel rione “Cidade de Deus”, che sarà il primo monastero di clausura di Manaus.
Le sorelle sono ospiti e condividono il convento con le Suore Figlie di Sant’Anna in attesa del termine dei lavori del loro monastero.
Il Monastero viene inaugurato nel 2007.
Nel mese di maggio del 2010 è inaugurata la “Casa Sollievo della Sofferenza”, antica sede del “Seminário Seráfico do Amazonas”, nel quartiere Petrópolis in Manaus: è gestita dai frati e dalla “Fraternità , Amici e Fratelli della Carità” (FAIC).
Nel 2017 viene aperta una Fazenda della Esperanza con il nome di “Rifugio Cappuccino”, che accoglie le vittime della droga e dell’alcool.
Oltre ad essere un centro di recupero, è anche un centro di formazione per volontari e personale specializzato.
I poveri formano il mistero di Cristo, la sua veste di pellegrino e di straniero, il suo imprevedibile agguato, e chi sa avvicinare questi custodi del silenzio di Dio, come fanno i Cappuccini di Manaus,ha scoperto il “Dio nascosto”, di cui parla Isaia.
Con questa scoperta, e soprattutto con l’amore dimostrato davanti a tutta la città, i Cappuccini di Manaus stanno vivendo una lieta interezza caritativa e dimostrano che fin da adesso si può avere un’esperienza di Dio, anche se misteriosa e parziale.
Se si rifiuta di cercare Dio nell’uomo, si finisce per cercare anche meno l’uomo in Dio.
E questo il missionario non lo farà mai.