«Il Signore diede a me, frate Francesco, d’incominciare a fare penitenza così: quando ero nei peccati mi sembrava cosa troppo amara vedere i lebbrosi e il Signore stesso mi condusse tra loro e usai con essi misericordia. E allontanandomi da essi, ciò che mi sembrava amaro mi fu cambiato in dolcezza d’animo e di corpo. E di poi, stetti un poco e uscii dal mondo»

Frate Francesco

 

 

Se sei arrivato a questa pagina, forse è perché stai cercando dove abita il Signore e ti chiedi anche tu dove abitare.

Come il nostro Signore Gesù, ci verrebbe da risponderti: Vieni e vedrai!

Ma intanto proviamo a tracciarti una mappa del cammino.

 

Accoglienza

«Perciò ecco l’attirerò a me, la condurrò nel deserto e parlerò al suo cuore» (Os 2,16).

La chiamata del Signore è irresistibile, vuole parlarti al cuore. Questo “primo tempo” del nostro cammino vocazionale ha il gusto dell’accoglienza. È un tempo molto bello e importante che dura circa un anno: ti accogliamo e ti presentiamo la nostra vita, la nostra aspirazione francescano-cappuccina, la famiglia a cui abbiamo scelto di appartenere. È occasione per condividere il desiderio che hai nel tuo cuore con chi ha sentito lo stesso, a partire da Francesco e Chiara, e di incontrare altri giovani che come te hanno incontrato il Signore pellegrino e forestiero su questa terra.

Postulato

Postulato significa “ciò che è richiesto”, quello che chiedi alla nostra vita. È un tempo benedetto di almeno un anno, in cui vivere con profondità e più stabilità la ricerca che fu degli stessi primi discepoli, che chiedevano al Signore Gesù: «Dove dimori?» (Gv 1,38). È l’inizio, un tempo ideale per lasciarsi accompagnare nella riflessione spirituale in una vita più strutturata di fraternità e preghiera, dalle quali nasce l’attrazione per la sequela delle orme di Cristo, verso il dono generoso e totale di sé nella vita consacrata cappuccina. Segna uno spartiacque con la vita nel mondo, perché sei chiamato a staccarti dal tuo contesto e vivere a tempo pieno il convento.

Noviziato

Questo tempo, che ha la durata di un anno, è la porta della nostra appartenenza alla famiglia francescano-cappuccina e comincia con un rito molto bello e intimo, quello della vestizione. Il fratello postulante riceve i panni della prova: un saio con il cingolo e il caratteristico capperone. Affidati alla cura spirituale del frate maestro, scopriamo che la nostra consacrazione battesimale aspira a fiorire e per farlo ha bisogno di attingere nutrimento alla fonte della preghiera del cuore, della storia della nostra forma di vita ispirata da Dio al nostro Padre Francesco, nella compagnia dei fratelli, dediti ad alcune realtà di sofferenza e contenti di lavorare. Al termine di questo anno, nella libertà dei figli, pronunciamo per la prima volta i voti, il “di più” del Regno che vogliamo vivere già in questo mondo.

Postnoviziato

È il grande tempo mistagogico: quello in cui ciò che abbiamo professato, i voti temporanei, si vivono nello spazio della vita di tutti i giorni. Il banco di prova infatti per verificare la chiamata alla vita cappuccina è la quotidianità vera e semplice, accompagnata dalle sue piccole grandi fatiche. È un periodo di quattro anni, in cui il giovane frate è chiamato a sperimentarsi in vari ambiti, nello studio delle materie filosofiche, le prime missioni pastorali che gli sono affidate, nelle opere di carità. Il fine di questa tappa è di accompagnare i frati in formazione iniziale ad un discernimento sempre più solido in vista della professione perpetua.

Studentato

Continua il nostro cammino tra lavoro manuale e servizio, arricchito dallo studio fondamentale della teologia, che è la nota peculiare della vita del frate studente: studente per amore di Dio e del suo popolo. Tutti i frati sono chiamati a questo per un arco di tempo di circa tre anni, nei quali matura anche la vocazione al sacerdozio o alla vita da fratello laico.